Il 21 settembre lo dedichiamo esclusivamente a noi stessi. Con Brunello e Dell’Orto costruiamo un’ampia tenda a 11 teli nella quale si possa vivere più confortevolmente. Sopra di essa i friulani trovano una sorgente e così abbiamo acqua in abbondanza e possibilità di lavarci. Gli alpini cercano lumache per cuocerle e si industriano a prepararsi manicaretti a base degli scarsi prodotti offerti dalla natura. Mi par di leggere nei loro volti il pentimento ed il rimpianto per le ingiustificate lamentele sul rancio di un tempo! Era ben degna di maggior considerazione la pagnotta da mezzo chilo! E la naja? Non era poi tanto scomoda!
Come sempre, le sistemazioni accurate sono seguite da uno spostamento. Il 22 mattina, alle 8 suona il rapporto ufficiali e dei tedeschi ci comunicano che resteranno sul posto soltanto le due compagnie organiche comandate dai Capitano Teston e Boschiero e dai tenenti Mora, Gelmi, Colombo e Fallonari. Tutti gli altri si trasferiranno a Hyères. Alle 11 infatti si caricano i nostri bagagli su di un camion, ci si arrampica in cima e si parte. È doloroso vedere che, contrariamente alle promesse fatteci in un primo tempo, il Battaglione viene smembrato.
A Hyères gli alpini vengono subito sistemati in una compagnia che seguirà la due lasciate alla Vallette. Ma questa è già inquadrata da ufficiali e noi siamo in soprannumero. Molti altri ufficiali sono nelle nostre stesse condizioni. Provengono dai vari reparti che avevano sede nei dintorni. La sera ci sistemiamo in una delle casermette libere, ma è appunto qui che cominciano i guai notturni: gli assalti delle cimici, annidate in formidabile numero nell’abbondante sporcizia.