Il 29 settembre Il collega Barone mi da notizia che un ingegnere, impresario a Tolone, con lo scopo di sottrarci alla prigionia, essendo italiano e lavorando per la Todd, ci richiederà ai tedeschi. Si dice che sia fortemente appoggiato e quindi in grado di superare le difficoltà. Non faccio eccessivo assegnamento sulla cosa ma, con Brunello e Dell’Orto mi do in nota. Sappiamo che alcuni soldati, scappati in precedenza dal nostro e da altri reparti, già lavorano a Tolone come liberi operai e accarezziamo il sogno di poter fare qualcosa di simile. Già ci preoccupiamo dei vestiti borghesi e, tirate le somme, vediamo che ci si potrà arrangiare mediante impermeabili e giacche a vento. Ma il giorno 4 ottobre cadranno tutte le speranze perché gli ingegneri avranno dai tedeschi risposta negativa.
Di tanto in tanto i tedeschi ci adunano per chiederci se eravamo iscritti al PNF e per sapere le nostre specializzazioni professionali. Compilano degli elenchi ma non ci dicono nulla sulle loro intenzioni nei nostri riguardi. Abbiamo la dimostrazione che continuano a considerarci lavoratori perché ci pagano una decade: franchi 550 circa.
In complesso, questo periodo trascorso a Hyères, non comporta né sofferenze né umiliazioni. Si ha la sensazione che ancora i tedeschi non sappiano come considerarci, e la nostra qualità di ufficiali ci consente di essere rispettati. Quasi ogni giorno giungono dai dintorni altri ufficiali nelle nostre stesse condizioni. Pare evidente l’intenzione di concentrarci prima di prendere delle decisioni.