Mandiamo a casa il primo modulo per pacco. Cominciamo, ad ogni giorno che passa, a sentire più vivo lo stimolo della fame; con essa comincia la disperata affannosa ricerca di qualcosa da aggiungere al magro rancio per provare, almeno di tanto in tanto, l’ebbrezza di saziarsi. Ci sono dei soldati che escono dalla Cittadella per servizi vari che, avendo contatti con i civili, possono cambiare indumenti con viveri – poi ci sono i carrettieri russi che, portando dentro materiali vari, nascondono fra di essi tabacco e pane; inoltre gli stessi tedeschi non sono restii dal cedere qualche pagnotta in cambio di oggetti vari. Si organizza così un vero e proprio mercato nero le cui quotazioni oscillano secondo le difficoltà che si incontrano nell’importare i viveri.
Il primo contatto l’ho avuto all’arrivo cambiando un paio di suole con un pezzo di pane. Il giorno successivo cedo un paio di calze militari nuove per venti sigarette – è da metà viaggio che fumo foglie secche miste alle cicche dei più fortunati e anche questa tortura non è indifferente. Poi cederò un maglione bianco per una pagnotta e 60 gr. di tabacco, un pullover grigio per una pagnotta, una sveglia regalatami da Renata e sempre affettuosamente custodita per due pagnotte e mezzo, cinquecento franchi salvati dalle perquisizioni per un po’ d’orzo, un paio di calze di lana per 50 gr. di tabacco, un impermeabile watro per due pagnotte. C’è chi cede un orologio per tre o quattro pagnotte e chi, avendo soldi, acquista pane ad una lira al grammo. Una scatoletta di carne tedesca vale dalle 1500 alle 2000 lire. Bellodi di un “Longines” prende tre pagnotte e altrettanto prende Brunello di un paio di stivali quasi nuovi.
Il traffico clandestino dilaga ed usa di tutti i mezzi per resistere. Ogni sorveglianza ed ogni restrizione ha il solo risultato di far aumentare i prezzi del pane polacco che, in compenso, diventa sempre più ricco di segatura. Ognuno condanna la ignobile speculazione dei soldati italiani ma ognuno, prima o poi, vi porta il suo contributo. Ognuno medita propositi di rappresaglia ma poi compera una pagnotta per 1500 lire e i soldati accumulano, nelle profondità dei loro zaini, sotto le cuciture, tra le suole delle scarpe pacchi di biglietti da mille, orologi, monete d’oro, gioielli, catenine, anelli. E qualche ufficiale contribuisce con funzioni di intermediario a speculare sulla fame altrui per conquistare qualche volta un pezzo di pane ma più spesso un oggetto di valore.