Sabato 20, durante l’adunata pomeridiana vien letto un elenco di nomi, fra i quali il mio. Ci si comunica poi che dobbiamo partire per Bonn. Mi rassegno a lasciare il campo e gli amici a malincuore. Trovo poi Roncarati che vorrebbe andarsene e che mi sostituirebbe, così otteniamo la sostituzione e rimango. Per la prima volta mi sono intromesso nel predestinato svolgersi degli eventi – vedrò in seguito con qual esito. Intanto mi è di conforto la compagnia dei vecchi camerati e son contentissimo di restare con loro. Passa una domenica fredda e malinconica e domenica 21 partono gli ufficiali destinati a Bonn. Fra di essi Bazzoli, il divisore delle spettanze della camerata, Barrauco il vecchio lupo di mare, Bologni soprannominato Demostene e Briani detto Tersite. È partito, deciso a passare alla Repubblica, anche Teston, che finalmente ha ricevuto consigli da casa.
Il mio vicino di sinistra, Caporali, è pure partito e al suo posto è venuto il capitano Olivieri, pure siciliano. La settimana inizia in un’atmosfera triste forse causata dal freddo clima e dal cielo costantemente nuvoloso. Io, nonostante ogni buona volontà, non riesco a riconquistare la spensierata serenità di un tempo; sono diventato pessimista e taciturno: la funzione di tener alto il morale al prossimo non la so più assolvere e non c’è chi mi possa sostituire perché tutti sono su per giù nelle stesse condizioni.
Lunedi 22, da qualche buon camerata, vengo derubato della gavetta prestatami da Portalupi – così dovrò sacrificare dei viveri per acquistargliene un’altra; fortunatamente non si trattava del mio gavettone di ben maggior pregio e utilità – ma ciò non toglie che l’incidente serva ad inasprirmi ancor più. Le prove di mancanza di dignità e di punto d’onore date dagli ufficiali in occasione della prigionia son tante e tante che ben possiamo dire di meritarci il disprezzo di cui siam fatti segno dai tedeschi come dai nostri stessi militari per i quali ogni nostro prestigio è caduto nel modo più rovinoso.
Martedì mattina si presenta un’altra edificante prova di educazione: essendo proibito uscire dalla baracca durante la notte, i signori ufficiali han fatto i loro bisogni sul pavimento dei lavatoi e nei cortili. Ha più che ragione il capitano tedesco quando ci promette, per punizione, di adibirci alla pulizia delle vasche collettrici delle latrine. Mi sento arrossire fin sopra i capelli.