L’indomani, 28 settembre ci inquadriamo nel nuovo campo. Un reticolato ci separa da altri 6.000 ufficiali italiani che stanno per finire una quarantena per tifo petecchiale debolmente manifestatosi. Il campo è sito nella solita landa desolata – la zona è fredda e piovosa; il paese più vicino è Sandbostel e Brema è, pare, a circa 40 km. Passiamo i primi giorni a compiere i soliti lavori di sistemazione, fra cui particolarmente importante la sostituzione di cartoni alle finestre con regolari vetri “comperati” altrove e, a furia di corde e chiodi riusciamo a sistemare i nostri beni, ormai d’altronde ridottissimi. Io dormo tra il silenzioso Turi e Colombo – vengono poi Manni, Capretti, Panazza, Milesi, Spaccesi. Il lato di fronte è occupato dai soliti terroni inconcludenti: siamo infatti noi a sistemare la finestra, la luce, a procurare ramazze, a fare la bilancia ecc. ecc.
Il 29 prendiamo contatto con il sistema locale di distribuzione viveri: qui hanno trionfato le patate alla mano – circa mezzo chilo, – lo zucchero alla mano, la margarina alla mano, la carne alla mano (20 gr. di tanto in tanto) e la spesa è lunghissima e complicatissima. Il rancio caldo è fatto di cavoli freschi o secchi, o di crauti, o, una volta alla settimana, di miglio. Si mangia a orari spostati, dato che il rancio deve essere confezionato a turni per tutti gli italiani del campo, ma si mangia meglio anche se in realtà la sostanza è sempre quella. Quella che non accenna a cambiare è la necessità di passare la notte sul duro pavimento, e le ossa, sempre più ammaccate, mi dolgono e mi impediscon di dormire.
Come sempre c’è stato un miglioramento nel vitto ed un peggioramento nell’alloggio. Di quando in quando, fra un acquazzone e l’altro, si può passeggiare nel vasto cortile; le adunate sono più disciplinate che a Oberlangen per maggior severità degli ufficiali tedeschi sempre pronti a urlare. Il 3 ottobre termina la quarantena e vengono abbattuti i reticolati fra noi e gli altri italiani: subito ci diamo alla ricerca di eventuali conoscenze ma non ne trovo, almeno in un primo tempo.
Le caratteristiche del X B sono: dormire per terra – assenza di cimici – presenza di poche pulci – gabinetti più decenti – grandi cortili per passeggiare – nessuna intromissione di tedeschi nelle baracche – adunata rapida – per quanto possibile – e disciplinatissima.
Dal 5 al 10 ottobre abbiamo delle splendide giornate di sole nelle quali passo molte ore leggendo e passeggiando all’aperto. Trovo Cagna, vecchio compagno e amico del Corso. Mi confeziono un paio di mutande con le rimanenze del lenzuolo. Riprendo seriamente lo studio dell’inglese. Mi arriva finalmente una cartolina da Renata del 1 luglio. Mi dice che mi spedirà vestiario borghese – e questa è una fregatura – ma mi dà anche buone notizie sue e di Titti e questo è quel che conta. Nel viaggio dalla stazione al Campo ho fumate le ultime sigarette ed ora tiro innanzi con qualche cicca e qualche tiro rimediato dai colleghi. Ma pure loro sono a corto – Colombo escluso – e lunedì 9 cesso di fumare completamente. In pari dato sono anche costretto alla razione avendo esauriti gli ultimi viveri. Così festeggio poco allegramente, per la seconda volta in prigionia, il compleanno di Titti. Penso a lui, come ogni giorno, con indicibile affetto ed il desiderio di rivederlo è più grande che mai.
Il 9 giunge al campo, rispedito da Oberlangen, un vagone di galletta, formaggio e latte condensato. Se venisse distribuito fra noi di Oberlangen sarebbero 8 kg di viveri a testa, ma vien distribuito fra tutti e ci toccano kg. 1,7 di galletta, 3 scatole di formaggio e una scatola di latte. Non è molto ma è quanto basta per allontanare la fame per un’altra settimana. Naturalmente il comando Italiano compie nella distribuzione le consuete parzialità a favore di quelli che erano nel campo prima di noi e che avevan già avute altre distribuzioni, ma un ordine del giorno avverte che anche le future distribuzioni destinate al X 13 saranno equamente ripartite fra tutti. Naturalmente, essendo noi 2.000 e quelli 6.000 ci rimettiamo ma pro bono pacis si tace.
La voglia di fumare è insopportabile e contrariamente al sistema cedo una galletta per 8 Caporal. Nel campo è stato organizzato, e si gioca, un campionato regionale di bocce. Colombo e Capretti vengono subito eliminati – io non mi iscrivo. Il cattivo tempo dei giorni seguenti impedisce il regolare proseguimento del campionato che si trascinerà a lungo. Primo e secondo premio sono dei diplomi di Guareschi che si trova pure qui prigioniero. Ci vengon date alcune coperte, ma ogni cinque ed io conquisto una seconda coperta – ne ho così una da stender sotto ed una per coprirmi – ma sono piccole e non bastano, così spesso, oltre che per il duro, mi sveglio per il freddo. Le pulci sono diventate innumerevoli ed aggressive. Nelle baracche con castelli hanno anche molte cimici. I pidocchi pure fanno frequenti apparizioni, anche nella nostra baracca. Cedo un’altra galletta per sigarette e domenica 15 termino il tutto.