Nel campo sono arrivate da alcuni giorni circa 500 donne polacche che vengono trattate esattamente come noi. Fra di esse alcune in stato interessante ed ammalate hanno bisogno di particolari cure e chiedono il nostro soccorso. Si fanno infinite discussioni sulla maggiore o minore opportunità di dare qualche parte delle nostre razioni e non si vien a capo di niente. Anche i francesi non stanno più bene come prima poiché non ricevono per il momento i pacchi della C.R.Int. che sono in ritardo. I russi sono più malandati che mai e fra noi aumentano continuamente i casi di TBC e di altre malattie. Penso a quando i pacchi saranno definitivamente finiti – Dio ce la mandi buona.
Lavandomi il mattino fra le correnti d’aria del lavatoio senza battenti alle finestre rimango impressionato dalla magrezza delle mie gambe e dal rilievo delle mie costole. Sono decisamente depresso – anche le notizie di grandi offensive all’Ovest mi lasciano indifferente. Una notizia sola occorre: quella della fine, prima che per troppi sia tardi.
Il 20 novembre cediamo un quarto della nostra razione di marmellata alle donne polacche. Nello stesso giorno termino brillantemente un importante lavoro: la trasformazione della vecchia argentina azzurra in mutandoni lunghi. L’ordine del giorno porta, fra gli spettacoli e i viveri della settimana, la notizia di un decesso per t.b.c. Tranquillini va alla disinfestazione e prepara il bagaglio; i suoi amici trafficano per farlo restare ma senza esito. Alla partenza poi gli fregano una stupenda coperta da casermaggio. Con lui è partito un buon amico e un generoso camerata sempre pronto ad aiutare.
Il 21 mi viene annunciato un pacco ed esulto per il provvidenziale arrivo – ma all’atto del ritiro ho una gran delusione: il pacco è sventrato ed il contenuto mi vien versato in miscela nella coperta; mancano un salame, farina e 80 gr. di tabacco. Accuratamente separo pane pasta riso che, con una scatola di carne costituiscono il contenuto superstite e faccio buon viso a cattiva sorte. Per qualche giorno mi sazierò, ma è dolorosa la perdita di cose che probabilmente a Lina saranno costate parecchio.
Il 22 viene annunciata la partenza di un altro scaglione e per Wietzendorf; e in un elenco supplettivo c’è Capretti che ha il 25684. Questo ci fa supporre che la prossima volta toccherà a me a Manni a Colombo e a Pluto che abbiamo matricole cento posti sopra. Son passati due mesi dal nostro arrivo e ancora dormiamo a terra senza paglia. Vengono annunziati molti pacchi ma il mio, spedito dallo zio Oreste, non vuol arrivare. Anche quelli di Latisana e Brunello evidentemente si sono dimenticati di me.